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Bucatini lardo e pomodorini

Bucatini lardo e pomodorini

E chi l’ha detto che il lardo si mette solo sui crostini di pane caldi?

Vi proponiamo una ricetta innovativa, tanto gustosa quanto delicata e adatta ad ogni occasione! Il lardo al tartufo si sposa alla perfezione con la dolcezza e la sapidità dei pomodorini secchi sott’olio

Mi raccomando, non buttate via l’olio presente nel vasetto di pomodorini secchi, si può riutilizzare per condire pasta, pizza, bruschette, verdure e carne.

Lardo al tartufo Mariangela Prunotto

Ingredienti per 4 persone:

Difficoltà: Facile

Tempo di preparazione: 15 minuti

Costo: Medio

Preparazione:

Per realizzare i bucatini lardo e pomodorini iniziate sgocciolando il lardo al tartufo. Tagliatelo a fette sottili e poi a striscioline, infine riducetelo al coltello a pezzettini ancora più piccoli.

In una padella scaldate a fuoco basso un cucchiaio di olio extra vergine di oliva e aggiungete il lardo e gli spicchi d’aglio non sbucciati. Quando il lardo sarà diventato trasparente tagliate finemente ½ cipolla rossa e aggiungetela, fate soffriggere per alcuni minuti. Unite poi la salsa di pomodoro premiata dal Gambero Rosso per formare un sugo delicato e gustosissimo.

Nel frattempo, scaldate l’acqua per la pasta fino a bollore e aggiungete un pizzico di sale grosso. Fate cuocere la pasta per il tempo indicato sulla confezione.

Mentre la pasta si cuoce, sgoccioliamo i pomodorini secchi sott’olio e tagliamoli in piccoli pezzettini, aggiungiamoli poi al sugo di pomodoro, lardo e cipolla.

Quando la pasta sarà cotta scoliamola e uniamola al pomodoro. Facciamo saltare la pasta per alcuni minuti così che si insaporisca per bene, poi una volta spento il fuoco finiamo con un filo di olio extra vergine di oliva a crudo.

Consiglio: se volete un sapore ancora più intenso potete utilizzare l’olio contenuto nel barattolo dei pomodorini secchi, oppure provate questo meraviglioso piatto con in filo di olio extravergine d’oliva aromatizzato al tartufo bianco!

Potete servire ora i vostri bucatini lardo e pomodorini, se volete potete aggiungere una spolverata di Parmigiano Reggiano grattugiato. Buon appetito!


Curiosità sui bucatini

I bucatini nascono da un’invenzione dei pastai medioevali siciliani: per far cuocere più velocemente la pasta decisero di essiccarla avvolgendola su un bastoncino. Troviamo nel testo “De Arte Coquinaria” di Martino da Como la prima descrizione dettagliata del processo di realizzazione dei “maccheroni siciliani“, un eccezionale formato di pasta che, nato per necessità, è diventato poi con il tempo uno di più iconici formati italiani e che oggi chiamiamo “bucatini“.

I bucatini si diffusero velocemente in tutto il Regno di Napoli, anche il famoso musicista Gioacchino Rossini, in quanto grande appassionato di cucina, ne apprezzava il formato e si era fatto costruire uno speciale ferretto in argento che usava per farcire i bucatini con fegato d’oca per poi bollirli nel brodo.

A rendere però celebre questa gustosissima pasta è stato il condimento all’amatriciana, famosissimo in tutto il mondo ancora oggi, data la strepitosa capacità dei bucatini di trattenere il sugo al loro interno e quindi di creare un esplosione di gusto ad ogni forchettata!

Bucatini Canossa Bottega Lorenzini

La prima ricetta della pasta all’amatriciana romana viene descritta da Ada Boni nel celebre libro “Il talismano della felicità” e la preparazione prevedeva il guanciale tritato messo a soffriggere con strutto e cipolla a cui poi venivano aggiunti i pomodori freschi spellati. Gli spaghetti conditi con questo spettacolare sugo sono serviti con pecorino o parmigiano, alcuni fanno un mix dei due formaggi, e abbondante pepe. Negli anni a venire il guanciale verrà sempre più spesso sostituito nelle relitte con la pancetta tagliata a cubetti.

Solo nei primi anni ‘60 la pancetta scompare, lasciando spazio al guanciale e, allo stesso modo, il pecorino diventa protagonista, senza più varianti con il parmigiano reggiano.

La prima ricetta scritta che maggiormente si avvicina a quella che oggi consideriamo tradizionale la troviamo ne “La cucina familiare” di Pellaprat e prevede guanciale a cubetti, polpa di pomodoro, pecorino grattugiato e cipolla. Sebbene la cipolla sia uno degli ingredienti originari ricetta, oggi tende a essere esclusa dalla sua preparazione.

In seguito la pasta all’amatriciana trova la sua ricetta ufficiale che ammette pochissime varianti e gli dici ingredienti ammessi sono il guanciale, il pomodoro, il pecorino romano e il peperoncino.

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Pasta al forno con pesto al basilico

Pasta al forno con pesto al basilico

La pasta al forno nasce in Sicilia in epoca etrusco-romana con la diffusione della produzione della pasta. Si cuoceva al forno con qualsiasi tipologia di condimento. Ad oggi ogni regione italiana ha la sua ricetta: al pomodoro, con le uova sode, in bianco, con il ragù e molto altro. La nostra ricetta prevede l’utilizzo del pesto al basilico che, unito alla besciamella, vi avvolgerà dal primo all’ultimo boccone!

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione

Per fare la besciamella al pesto iniziate sciogliendo il burro in un pentolino a fuoco molto basso. Quando il burro sarà completamente fuso aggiungete la farina e mescolate con una frusta finché il tutto si sarà dorato. Nel frattempo scaldate il latte in un bollitore a parte e, quando sarà arrivato ad ebollizione, aggiungetelo poco alla volta al composto di burro e farina continuando a mescolare facendo attenzione a non formare grumi.

Aggiungete sale e pepe e continuate a mescolare finché la besciamella si sarà addensata. Spegnete il fuoco e aggiungete il pesto al basilico.

Dopo aver creato la vostra besciamella al basilico, cuocete le Pennette in acqua bollente salata. Scolate la pasta al dente e versatela direttamente nella teglia che andrà in forno.

Aggiungete quindi la besciamella al pesto e la maggior parte del parmigiano reggiano, mescolate i infine cospargete con il restante parmigiano reggiano.

Infornate a 180° per circa 30 minuti. Servite la pasta al forno con pesto al basilico ancora calda!


Curiosità sul nostro pesto verde

Il pesto verde Orominerva è un pesto al basilico diverso da tutti gli altri, fatto con basilico genovese DOP, formaggio a lunga stagionatura con caglio vegetale e con olio extravergine di oliva 100% italiano. Mantiene gli aromi e i sapori intensi del pesto fresco, con una durata di 24 mesi.

Variante del pesto genovese, il pesto verde dell’azienda Orominerva asseconda gusti differenti con estrema versatilità a tavola, da aperitivi e antipasti, fino ai primi piatti e ai secondi di carne.

Orominerva nasce nel 2011 come frantoio oleario e produzione di conserve alimentari. Negli anni a venire ha sviluppato la sua eccellente produzione artigianale inserendo molti altri prodotti, tra cui tra cui oli aromatizzati, pesti, pestati, creme e passata di pomodoro artigianale, protagonista del primo posto nella prestigiosa classifica Gambero Rosso 2017.

Le materie prime utilizzate sono sottoposte ad un’attenta selezione: molte sono del posto, alcune coltivate direttamente dall’azienda, altre provengono dalle regioni italiane limitrofe. La volontà di conservare i sapori genuini della tradizione senza alterarli si realizza con ricette prive di conservanti, che richiedono pochi, ma buoni, ingredienti.

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Linguine al pesto di rucola e stracciatella

Linguine al pesto Bottega Lorenzini

Le Linguine, anche chiamate bavette, sono una tipologia di pasta lunga originarie della Liguria. La ricetta che vi proponiamo esalta questo formato di pasta con freschezza e sapidità. La rucola, con il suo forte sapore amarognolo viene addolcita dalla stracciatella, mentre i pomodori secchi e la crema di Parmigiano Reggiano al Tartufo bianchetto donano forza e calore a questo piatto ideale per un pranzo in famiglia!

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione

Nel bicchiere del frullatore unite la rucola lavata, i pinoli, la salsa di Parmigiano Reggiano e Tartufo Bianchetto, sale, pepe e 2-3 cucchiai di olio extravergine di oliva, poi frullate fino a ottenere un pesto liscio. Cuocete le Linguine in acqua bollente salata, scolatele al dente e conditele in una padella con il pesto, unendo un mestolo di acqua di cottura per ottenere una mantecatura cremosa. Sminuzzate i pomodorini secchi. Distribuite le Linguine nei piatti, completate con i pomodorini secchi e le gocce di stracciatella, portate subito in tavola e gustate questa ricetta fresca e saporita!


Curiosità sul pesto

Il “pesto” è un condimento tradizionale, tipicamente ligure, il cui ingrediente principale è il basilico. Questa salsa pestata è stata prodotta per la prima volta in Italia nel XIX secolo, ma le sue origini sono sicuramente più antiche e risalgono probabilmente al Medioevo, quando come condimento si usavano molte erbe diverse che, schiacciate insieme a formaggio e olio, davano vita a salse meravigliose, tanto gustose quanto profumate, che venivano servite con la pasta, ma anche con piatti di carne e pesce.

Oggi il pesto si presenta in molte varianti, alcune delle quali si rifanno alla ricetta originale che prevede l’uso di basilico, olio, pinoli, parmigiano, aglio e sale, mentre altre mantengono solo alcuni di questi ingredienti. Nella nostra ricetta al posto del basilico viene utilizzata la rucola, un’erba piuttosto amara ma molto fresca che aggiunge un tocco d’innovazione al piatto e si abbina perfettamente con la dolcezza della crema al parmigiano reggiano e tartufo bianchetto!

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Rigatoni al Parmigiano Reggiano e Tartufo

Rigatoni parmigiano reggiano e tartufo bianco

Per esaltare al massimo questo iconico formato di pasta della cucina italiana, vi propongo una ricetta nata dall’unione tra la pasta alla carbonara e la classica cacio e pepe romana.
La crema di Parmigiano reggiano con Tartufo bianchetto viene esaltata dal gusto dolce del guanciale croccante sfumato con il Cabernet Sauvignon, che dona robustezza e calorosità a questo piatto elegante e dai sapori importanti.

Ingredienti per 4 persone:

Difficoltà: Facile

Tempo di preparazione: 20 minuti

Costo: Medio

Preparazione

Come prima cosa, in una pentola mettete a bollire l’acqua per i rigatoni e poi salatela.
In una padella fate scaldare due cucchiai di olio extra vergine di oliva e, quando si sarà scaldato, rosolate il guanciale tagliato e sfumatelo con un goccio di Cabernet Sauvignon.
Mettete il guanciale croccante in una ciotola e lasciatelo da parte.
A questo punto bisogna cuocere i rigatoni per il tempo indicato sulla confezione, assaggiate la pasta prima di scolarla così da capire se è di vostro gradimento. Consiglio: lasciate la pasta indietro di due minuti così da completare la cottura nel sugo.
Scolate la pasta e tenete da parte un po’ di acqua di cottura.
Nella padella dove abbiamo cucinato il guanciale unire la crema di Parmigiano reggiano, la pasta e l’acqua di cottura che abbiamo tenuto. Far andare il tutto per due minuti a fuoco lento e, quando la crema si sarà addensata, mettere nei piatti.
A questo punto adagiare sopra il nostro guanciale croccante. Per rendere questo piatto ancora più saporito e croccante, sminuzzare noci, mandorle e nocciole, adagiandole a cascata sul piatto finito.
Buon appetito!


Il Parmigiano Reggiano

Nel Medioevo i monaci, spinti dalla ricerca di un formaggio in grado di durare nel tempo, furono i primi produttori del Parmigiano Reggiano: grazie al sale proveniente dalle saline di Salsomaggiore e al latte delle vacche allevate nelle grangie, ottennero un formaggio dalla pasta asciutta e dalle grandi forme, adatto alle lunghe conservazioni.

Nel corso dei secoli, non è cambiato il metodo di produzione del Parmigiano Reggiano: oggi come nel Medioevo la produzione avviene in modo naturale, senza additivi.

Parmigiano Bottega Lorenzini

Dieci curiosità sul Parmigiano Reggiano:

  • Il primo nome che venne dato al Parmigiano Reggiano era Caseus Parmensis.
  • La nascita del Parmigiano Reggiano risale al XII secolo ed è fortemente legata ai monasteri benedettini di Parma e Reggio-Emilia: al loro interno, infatti, nacquero i primi caseifici dedicati alla produzione di questo particolare formaggio a pasta dura e a lunga stagionatura.
  • Il Parmigiano Reggiano non contiene né lattosio né galattosio, è quindi uno dei pochi formaggi che anche gli intolleranti possono degustare senza alcun problema. 
parmigiano reggiano
  • Una delle più antiche testimonianze delle lattiere che producevano questo speciale formaggio risale all’epoca del Decamerone di Giovanni Boccaccio, infatti si legge: “Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n’aveva”.
  • L’abbinamento del Parmigiano Reggiano ai pasti e alle pietanze va in base ai mesi di stagionatura del formaggio: un Parmigiano di 12 mesi, essendo molto giovane, si taglia con estrema facilità ed è quindi adatto ad accompagnare gli aperitivi; quello stagionato 24 mesi è adatto alla preparazione di primi piatti e zuppe (infatti la sua crosta può essere utilizzata per fare il brodo, consiglio anti spreco); la forma stagionate 60 mesi è ideale se abbinata ad un buon prosciutto crudo.
  • La prima certificazione ufficiale del Parmigiano Reggiano risale al 1612, anno in cui il duca, per tutelare questo formaggio, fece redigere un documento contenente l’elenco delle sue principali caratteristiche.
  • Per imprimere sulle forme le varie diciture che testimoniano l’originalità del prodotto si utilizza la cosiddetta “fascera marchiante“: una sottile fascia in plastica con le lettere in rilievo.
  • Il celebre commediografo francese Molière era a molto ghiotto di Parmigiano Reggiano, tant’è che nel 1673, ormai stremato e sul punto di morire di tubercolosi, ne chiese un pezzetto.
Parmigiano reggiano
  • Il battitore ha un ruolo chiave nel processo di produzione del Parmigiano Reggiano: munito di specifici strumenti, quali il martelletto percussore, l’ago a vite e il tassello, riesce a valutare la struttura interna e individuare eventuali difetti. 
  • La salatura del Parmigiano avviene tramite salamoia ancor prima che cominci la stagionatura. Ogni forma viene lasciata in una soluzione di acqua e sale per circa venti giorni, arco di tempo durante il quale viene controllata e girata quotidianamente