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Rigatoni parmigiano reggiano e tartufo bianco

Rigatoni al Parmigiano Reggiano e Tartufo

Per esaltare al massimo questo iconico formato di pasta della cucina italiana, vi propongo una ricetta nata dall’unione tra la pasta alla carbonara e la classica cacio e pepe romana.
La crema di Parmigiano reggiano con Tartufo bianchetto viene esaltata dal gusto dolce del guanciale croccante sfumato con il Cabernet Sauvignon, che dona robustezza e calorosità a questo piatto elegante e dai sapori importanti.

Ingredienti per 4 persone:

Difficoltà: Facile

Tempo di preparazione: 20 minuti

Costo: Medio

Preparazione

Come prima cosa, in una pentola mettete a bollire l’acqua per i rigatoni e poi salatela.
In una padella fate scaldare due cucchiai di olio extra vergine di oliva e, quando si sarà scaldato, rosolate il guanciale tagliato e sfumatelo con un goccio di Cabernet Sauvignon.
Mettete il guanciale croccante in una ciotola e lasciatelo da parte.
A questo punto bisogna cuocere i rigatoni per il tempo indicato sulla confezione, assaggiate la pasta prima di scolarla così da capire se è di vostro gradimento. Consiglio: lasciate la pasta indietro di due minuti così da completare la cottura nel sugo.
Scolate la pasta e tenete da parte un po’ di acqua di cottura.
Nella padella dove abbiamo cucinato il guanciale unire la crema di Parmigiano reggiano, la pasta e l’acqua di cottura che abbiamo tenuto. Far andare il tutto per due minuti a fuoco lento e, quando la crema si sarà addensata, mettere nei piatti.
A questo punto adagiare sopra il nostro guanciale croccante. Per rendere questo piatto ancora più saporito e croccante, sminuzzare noci, mandorle e nocciole, adagiandole a cascata sul piatto finito.
Buon appetito!


Il Parmigiano Reggiano

Nel Medioevo i monaci, spinti dalla ricerca di un formaggio in grado di durare nel tempo, furono i primi produttori del Parmigiano Reggiano: grazie al sale proveniente dalle saline di Salsomaggiore e al latte delle vacche allevate nelle grangie, ottennero un formaggio dalla pasta asciutta e dalle grandi forme, adatto alle lunghe conservazioni.

Nel corso dei secoli, non è cambiato il metodo di produzione del Parmigiano Reggiano: oggi come nel Medioevo la produzione avviene in modo naturale, senza additivi.

Parmigiano Bottega Lorenzini

Dieci curiosità sul Parmigiano Reggiano:

  • Il primo nome che venne dato al Parmigiano Reggiano era Caseus Parmensis.
  • La nascita del Parmigiano Reggiano risale al XII secolo ed è fortemente legata ai monasteri benedettini di Parma e Reggio-Emilia: al loro interno, infatti, nacquero i primi caseifici dedicati alla produzione di questo particolare formaggio a pasta dura e a lunga stagionatura.
  • Il Parmigiano Reggiano non contiene né lattosio né galattosio, è quindi uno dei pochi formaggi che anche gli intolleranti possono degustare senza alcun problema. 
parmigiano reggiano
  • Una delle più antiche testimonianze delle lattiere che producevano questo speciale formaggio risale all’epoca del Decamerone di Giovanni Boccaccio, infatti si legge: “Et eravi una montagna tutta di formaggio Parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti, che niuna altra cosa facevan, che fare maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n’aveva”.
  • L’abbinamento del Parmigiano Reggiano ai pasti e alle pietanze va in base ai mesi di stagionatura del formaggio: un Parmigiano di 12 mesi, essendo molto giovane, si taglia con estrema facilità ed è quindi adatto ad accompagnare gli aperitivi; quello stagionato 24 mesi è adatto alla preparazione di primi piatti e zuppe (infatti la sua crosta può essere utilizzata per fare il brodo, consiglio anti spreco); la forma stagionate 60 mesi è ideale se abbinata ad un buon prosciutto crudo.
  • La prima certificazione ufficiale del Parmigiano Reggiano risale al 1612, anno in cui il duca, per tutelare questo formaggio, fece redigere un documento contenente l’elenco delle sue principali caratteristiche.
  • Per imprimere sulle forme le varie diciture che testimoniano l’originalità del prodotto si utilizza la cosiddetta “fascera marchiante“: una sottile fascia in plastica con le lettere in rilievo.
  • Il celebre commediografo francese Molière era a molto ghiotto di Parmigiano Reggiano, tant’è che nel 1673, ormai stremato e sul punto di morire di tubercolosi, ne chiese un pezzetto.
Parmigiano reggiano
  • Il battitore ha un ruolo chiave nel processo di produzione del Parmigiano Reggiano: munito di specifici strumenti, quali il martelletto percussore, l’ago a vite e il tassello, riesce a valutare la struttura interna e individuare eventuali difetti. 
  • La salatura del Parmigiano avviene tramite salamoia ancor prima che cominci la stagionatura. Ogni forma viene lasciata in una soluzione di acqua e sale per circa venti giorni, arco di tempo durante il quale viene controllata e girata quotidianamente
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